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.: [ it's a l o n g way to become a gentleman ] :.
tragico romantico è colori immagini passione

---{ sabato, luglio 26, 2003 }---

vrrrrrrrrrrrr! vrrrrrrrrrrrr!


- Pronto? si, claudia, dimmi!


- Mi puoi comprare la stampa, quando arrivi ti do i soldi


- OK, stavo passandi davanti all'edicola, arrivo tra 2 minuti


bip [ off, cornetta rossa ]




compro LaStampa, e trovo in primio piano le faccie tumefatte dei due figli di saddam hussein. ho pensato subito all'atto dimostrativo, non ci sono altre spiegazioni.
e non sono ne bacchettone, ne insensibile.
dico, ma ci rendiamo conto di a che punto siamo arrivati? è un monito contreo i cattivi.
pubblicare quelle immagini è la vera barbarie, perchè primo non dimostra nessuna lettura critica del gesto, secondo significa accettare le condizioni del dittatore mascherato da buono, temendone le conseguenze.

fate attenzione: la caccia alle streghe continua.

condiglio la lettura di le monde diplomatique

posted by * g e n t l e man * @ 12:15:00 AM

---{ venerdì, luglio 25, 2003 }---

La stampa di oggi titolava così:







In diretta mondiale le foto dei cadaveri dei figli di Saddam

I volti tumefatti di Uday e Qusay vogliono essere la testimonianza degli Usa alla resistenza irachena che il regime del raiss non esiste più



24 luglio 2003



NEW YORK. La Cnn aveva messo gli spettatori in guardia: le foto dei cadaveri di Uday e Qusay, i figli di Saddam uccisi nell'attacco di due giorni fa, saranno particolarmente «graphic», una parola che in inglese si traduce con «vivide», scioccanti, sconvolgenti. E così è stato.



Le foto trasmesse in contemporanea mondiale da tutti i principali media, dalla Bbc ad Al Jazeera senza ovviamente contare tutti i network americani, sono un pugno allo stomaco. I volti - sono state diffuse due foto di ogni fratello - di Uday e Qusay sono tumefatti, ancora incrostati di sangue.



Non c'è dubbio che si tratti dei figli sanguinari del dittatore iracheno. Il comando militare americano a Baghdad ha distribuito ai media anche le foto da vivi di Uday e Qusay per mostrare la somiglianza. I due uomini che fino a pochi mesi fa erano destinati a succedere al padre nel comando del paese sono morti, un messaggio che gli Usa sperano abbia l'effetto di smorzare la resistenza ancora forte nel paese.



Le foto fanno invece poco per confermare o smentire una tesi che circola da qualche ora: e cioè che Uday si sia ucciso con un colpo alla tempia pur di non farsi catturare dalle truppe americane. I volti di Uday e Qusay Hussein recano segni evidenti di ecchimosi. Da notare che entrambi i fratelli si erano fatte crescere delle folte barbe, probabilmente in modo da nascondersi meglio. Da segnalare anche che il volto di Uday reca il segno di un profondo taglio, come di una sciabolata che lo attraversa in diagonale.



La decisione dell'amministrazione Bush di rendere pubbliche le quattro foto dei cadaveri di Uday e Qusay non ha mancato di sollevare polemiche. Durante la guerra del golfo, la Casa Bianca aveva infatti criticato aspramente il regime di Baghdad quando questo aveva mostrato le foto dei prigionieri americani. Ora invece l'amministrazione si è dovuta contraddire e fare esattamente quello di cui aveva accusato Saddam Hussein.



Secondo gli esperti, la Casa Bianca ha preferito passare sopra alla coerenza pur di mostrare agli iracheni che gli eredi al trono di Saddam sono morti e dunque che la resistenza non ha più ragione di esistere.



Secondo quanto riporta la Cnn, le foto non sono state ritoccate in alcuna maniera allo scopo di renderle meno sconvolgenti.
Sempre secondo l'emittente americana, i corpi dei due fratelli si trovano ora all'aeroporto di Baghdad dove sono in corso le autopsie.



«Il regime di Saddam Hussein se n'è andato e non tornerà più» - ha oggi detto il presidente George W. Bush, parlando a Filadelfia, in Pennsylvanya, proprio mentre venivano distribuite le foto dei figli di Saddam Hussein



la stampa - 25 luglio 2003






Il rischio di farne dei martiri



Filippo Ceccarelli



OCCHI pesti, grumi di sangue, volti deformati: di solito i cadaveri non sono fotogenici. Ma nel cuore dei popoli ci mettono poco a diventarlo.
Così può addirittura rivelarsi un boomerang la diffusione, anzi il lancio mondiale delle foto dei figli di Saddam Hussein dopo il bombardamento. I martiri, in effetti, devono essere sempre visibili; e proprio l’orrore che crea la loro vista ne esalta il sacrificio, in qualche modo gli restituisce la vita, ne fa delle icone che guidano i vivi.



Si pensi all’ultima foto del Che, disteso nudo su quella specie di bancone d’obitorio. Quanto di più simile - sul piano estetico, s’intende - a certe pitture religiose del Quattro o del Cinquecento. Proprio un amico di Guevara, lo scrittore Régis Debray, ha spiegato il nesso inestricabile che esiste tra la morte e l’immagine. E’ stato così, in fondo, anche per i Kennedy; e in Italia per Mussolini, per Moro, per Carlo Giuliani.



Se si hanno in mente le masse arabe, mostrare dunque i corpi dilaniati di Uday e Qusay - altrimenti raffigurati da vivi con ricchi sigari e odiosi cappelli Panama - può essere un’operazione politica quasi certamente in perdita. Ma se al contrario si considera il vasto pubblico americano, i milioni di telespettatori dei network che da mesi aspettano invano la prova della promessa distruzione fisica di Osama o di Saddam, quelle stesse foto sanguinolente possono essere, più che utili o convenienti, perfino indispensabili.



Del tutto speculare alla scelta di non esporre mai agli obiettivi e alle telecamere i corpi delle vittime dell’11 settembre, il messaggio è stavolta piuttosto chiaro nella sua brutalità: i cattivi sono stati puniti, in questo modo finiscono i nemici, chi vuole mettersi contro di noi guardi questi morti ammazzati e rifletta. E’ una prova di forza e al tempo stesso un monito. L’aspetto macabro di tutta la faccenda, l’orrore che suscitano quelle immagini, le perplessità sul mostrarle o no appaiono, dal punto di vista della politica, del tutto fuori causa. Se ispirano paura, tanto meglio.



Tra questi due fuochi, tra la fabbrica rabbiosa dei martiri e il proseguimento della guerra con i mezzi visivi e televisivi, occorre considerare come quelle foto, dopo tutto, servano in entrambi i casi allo stesso fine, che è la violenza. Mentre invece c’è forse un altro sentimento per osservarle: la pietà. Una pietà consapevole del male che c’è dentro la storia, e anche del male che si aggiunge non solo straziando dei corpi, ma utilizzandoli per straziarne altri ancora






la stampa - 25 luglio 2003

posted by * g e n t l e man * @ 11:59:00 PM

il manifesto invece titolava così:





I trofei di Bush


Quattro foto per due cadaveri. L'amministrazione degli Stati uniti d'America esibisce le immagini da obitorio dei figli del nemico morti. «E' la prova che sono proprio loro». La decisione presa da Rumsfeld dopo due giorni di discussione, contrari i militari In pochi minuti il trofeo mediatico da Baghdad fa il giro del mondo. Ma è soprattutto nel campo dei «vincitori» che fa discutere. Bush non ne fa cenno e torna a dichiarare: «Il regime è finito». Tre soldati americani uccisi a Mossul in un attacco. L'Italia vota per restare in guerra



il manifesto - 25 Luglio 2003



ilmanifesto




Cadaveri fumanti

TOMMASO DI FRANCESCO

Un trofeo. Dopo aver eseguito la pena di morte verso i colpevoli, ecco che i vincitori mostrano sulle picche dei media le foto delle teste degli sconfitti, i figli di Saddam Hussein. A prova certa, stavolta, che la guerra è finita davvero e che ci troviamo di fronte ad una «grande vittoria». Ma la guerra non era già finita da più di tre mesi e la vittoria non era bella ed acquisita una volta per tutte? No, mostrano la foto dei cadaveri semicarbonizzati e ancora fumanti dei figli di Saddam Hussein proprio perché non hanno potuto mostrare le prove della pistola fumante e ora vivono la sconfitta quotidiana del dopoguerra. Non è un caso che Bush proprio nello stesso discorso raggiante per l'uccisione dei figli di Saddam, abbia invocato l'aiuto militare e finanziario per «stabilizzare ora l'Iraq» (e ieri il parlamento italiano ha prontamente votato il soccorso). Devono distogliere l'attenzione dal disastro a tutti evidente di una guerra illegittima e delle menzogne raccontate per portarla a termine. Una guerra invece tutt'altro che finita. A poche ore dall'attacco alla villa nella quale si trovavano i figli di Saddam Hussein, il bilancio delle vittime americane è passato da uno-due al giorno a due-tre marines caduti.



Non è servito nemmeno l'avvertimento dei generali americani che invitavano il ministro della difesa Rumsfeld a non mostrare foto e cadaveri, dando cos? l'impressione certa di compiacimento morboso per la morte dei nemici, di non rispetto. E s? che l'opinione pubblica americana era stata attivata a dolersi delle rare immagini che mostravano soldati Usa caduti. La decisione è stata presa direttamente dall'Amministrazione Usa, sia nell'intento di dar conto del trionfo, sia di convincere cos? il popolo iracheno che davvero il regime è ormai fuori gioco, anche se Saddam Hussein - e davvero non è poco - non è stato ancora catturato. E, soprattutto, ben sapendo che le forme di resistenza, sia militare che politica, oggi riguardano solo una frazione minima di iracheni ancora filo-Saddam, mentre il grosso è costituito dai nuovi nazionalisti (sunniti e sciiti) che vedono nelle truppe della Coalizione angloamericana una forza occupante che impedisce ora l'avvento di un Iraq veramento libero e autodeterminato.



Ma, come le menzogne di guerra, anche l'operazione «verità» voluta dall'Amministrazione Usa con le foto di ieri e i cadaveri di oggi, sta letteralmente scoppiando in mano a chi l'ha voluta, al punto che già ieri è cominciata una classica operazione di scaricabarile, terminata con la «felice» rivendicazione di Rumsfeld. Che non risponde all'interrogativo che percorre i media occidentali: qual era lo scopo dell'impressionante e impari attacco militare contro la villa nella quale erano asserragliati i figli di Saddam - e dove ha resistito anche un adolescente di 14 anni armato di kalashnikov? Non sarebbe stato più giusto arrestare esponenti cos? decisivi del regime nell'intento, finalmente, di trovare le armi di distruzione di massa, dando prova di quel principio di civiltà che si dichiara di voler perseguire fin qui solo con i bombardamenti?



Giacché la misura della civiltà è il rapporto che si stabilisce tra vincitori e vinti, quel rispetto superiore che la forza pu? permettere e garantire. E, nell'insegnamento di Antigone, con il coraggio di coprire il volto dei morti e dei perdenti che, se potenti sono stati, il corpo senza vita rende alla fine umili.



Niente di tutto questo. Noi ci troviamo ormai non solo di fronte alla guerra ma alla ferocia preventiva, impegnata a cancellare la vita e i diritti degli umani. Ad un principio di pre-potenza criminale. Non pubblicare quelle foto è da parte nostra un modo per sottrarci alla ferocia e mostrare la notizia vera: il vuoto di quei trofei morti.



ilmanifesto



il manifesto - 25 Luglio 2003

posted by * g e n t l e man * @ 11:45:00 PM

---{ lunedì, luglio 21, 2003 }---

di botto si smette di pensare.



cioè non proprio.





un attimo di spaesamento, come se in testa ci fosso il vuoto e l ' o ss e r va z io ne delle cose dia strane impressioni, come se tutto fosse evidentemente appoggiato su di fondale.




sento l'esigenza di riavermi, di piangere per una giornata intera, solo per dimostrare di esserci. dove e come mi son portato finora pu? aver avuto un senso, a superare qualche trauma. ma mi è riapparso quel tempo in cui dissi:




b a s t a c o i s e n s i d i c o l p a




credo che possa essere giunto il momento di rifare quell'affermazione e di ripartire.











[ ciao hender. † buonviaggio. ]

posted by * g e n t l e man * @ 1:13:00 AM

---{ venerdì, luglio 18, 2003 }---

in questi giorni mi calza l'immagine del povero in stile otomo, molto manga giapponese:
chiuso in casa, maglia della salute, pantaloni marroni alla caviglia lisi, pancera, barfa sfatta, e mosca che ronza intorno.
sto diventando un vero otaku!

posted by * g e n t l e man * @ 5:52:00 PM

---{ domenica, luglio 13, 2003 }---

_______________masturbation today


While giving yourself pleasure may seem as natural as taking a breath, masturbation is by no means a widely accepted form of sexual activity. Today, in many parts of the world (including the U.S.) children are punished if they are caught masturbating, which can affect their sexuality for the rest of their lives. Adults in cultures across the globe are presented with heterosexual marriage as the only acceptable form of sexual expression. Masturbation is not honored as an important form of safer sex, much less as a way a person can love herself, learn about himself, or exercise, as one wonderful Chinese euphemism puts it, "self-comfort."



Masturbation can be a radical act, and the culture that suppresses masturbation may suppress many other personal freedoms as well. While celebrating National Masturbation Month and doing your part to bring self love out of the closet, keep in mind that erotic freedom is essential to true well-being, everywhere.



--Dr. Carol Queen
May 2003, San Francisco



____________why masturbate?



Because masturbation is immensely pleasurable, invigorating, rejuvenating and fun.

Because sexual pleasure is each person's birthright.

Because masturbation is the ultimate safe sex.

Because masturbation is a joyous expression of self love.

Because masturbation offers numerous health benefits including menstrual cramp relief, stress reduction, endorphin release, stronger pelvic muscles, reduction of prostate gland infection for men and resistance to yeast infections for women.

Because masturbation is an excellent cardiovascular workout.

Because each person is their own best lover.

Because masturbation with a partner can be educational and hot.

Because masturbation increases sexual awareness.



For these and many other reasons we celebrate National Masturbation Month and affirm the inalienable right to the pursuit of happiness and sexual pleasure!

posted by * g e n t l e man * @ 8:08:00 PM

mi aggiro tra gli scaffali, vago tra le librerie, nell'ora distratta del tramonto.

accerezzo spesso la faccia come se volessi r i m o d e l l a r m i i tratti

cingo i bicipiti e gli avambracci.




svarioni degli ultimi giorni:




+ al supermercato:

io: "ciao e buon week end!",

commesso: "grazie, anche a te"

commesso: ......

commesso: "ma oggi è solo marted?, mi hai illuso!!"




+ da D-mail, dopo aver comprato poggiapolsi x tastiera e mouse:

io: "scusa posso pagare col mouse? ....volevo dire col bancomat!"

commessa: "guarda...se ci riesci, x noi va bene..."




ma dov'è andata a finire l'aria? in questi giorni pare che non passi da ste parti...

%-)





[ listen to: minus the bear ]

posted by * g e n t l e man * @ 2:07:00 AM

---{ martedì, luglio 01, 2003 }---

prof a varese - report - day 5
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ultimo giorno, quasi mi dispiace, mi stavo anche abituando.
sorrisi, volti, la quiete mattutina, ma damiano arriva dicendo...usciamo prima che dobbiamo chiudere la scuola, e di corsa in stazione!
ciao!
ven 27_06_2003

posted by * g e n t l e man * @ 12:16:00 AM

prof a varese - report - day 4
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sono commosso!!!
c'è ancora gente onesta in giro: prima trovo un bar che mi vende un ghiacciolo a 40 cents, poi trovo un ristorante primopianovistainterno-cortile arredato in stile cameretta anni 80 e con sottofondo compilation musica italiana anni 90 (da zero a ramazzoti), adorabile!
comunque han capito che al ristorante si è contenti di pagare il giusto, ordino il menù da 6 e 50, insalatona mista, e macedonia...l'insalata è una terrina piena e sulla macedonia mi versa sul momento panna e sciroppo di fragola. spettacolo!
è come se avessi mangiato un campo intero, basta verdura per una settimana!!!
ora scappo che altrimenti perdo il bus...ed alias in televisione.
gio 26_06_2003

posted by * g e n t l e man * @ 12:14:00 AM

prof a varese - report - day 3
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se solo non fossi così stanco tutte le sere, sarei quasi integrato in questa città!
ha una dimensione che mi piace.
stasera ho dovuto scegliere tra rimanere senz'aria o evitare le zanzare.
deciso: resto senz'aria!
si muore ugualmentge di caldo ma almeno non vengo isterico per il prurito.
mer 25_06_2003

posted by * g e n t l e man * @ 12:08:00 AM

prof a varese - report - day 2
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dalla finestra dell'itis si vede il lago, dalla finestra della mia stanza si vede la curva dello stadio.
dettagli urbani, area di confine, ad una rotonda da qui finisce varese

[ so i follow weathers together and my best brother, with things just getting good ]

una fabbrica abbandonata di recente, ancora in perfetto stato, con uno spesso strato di edera che la nasconde

[ don't tell me that you're crazy ]

argomenti esauriti prima del termine delle lezioni
un'intenzione di abbandono da parte di un allievo
autovalutazione del mio metodo
2.5 litri di acqua bevuta

ricordo della liguria
alassio
avrò avuto 12 anni
la mamma di gianluca ricambiava il favore alla mia portandomi con loro
soffrivo d'insonnia quella notte
per il caldo
gianluca e sua mamma dormivano
mi ricordo il balone e le insegne luminose della via sottostante

10 morsi di zanzara,
meglio del cucciolone

spiegatemi una cosa: ma cosa c'è di strano in una persona che mangia da sola in un ristorante???
mar 24_06_2003

posted by * g e n t l e man * @ 12:05:00 AM
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